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El boletín informativo n. 263 del Archivio dei Diari di Pieve Santo Stefano (elaborado por Natalia Cangi, Nadia Frulli, Nicola Maranesi e Loretta Veri) informa de sus últimas actividades. En primer lugar se habla de la presentación de la obra de Antonio Sbirziola, Povero, onesto e gentiluomo; a continuación, del debut, el día 19 de abril de 2013, del espectáculo: Come branchi di zebre… Gli Internati Militari Italiani testimoni straordinari della Shoah; en tercer lugar, de la exposición Il fruscio degli altri sobre la vida de Saverio Tutino y su relación con la Valtiberina a través de una serie de fotografías y, por último, se menciona otra serie de actividades como una reseña a la obra Parole Trasparenti y de un curso titulado Linguaggi della memoria.
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A continuación se reproduce el texto de esta circular del Archivio diarístico de Pieve Santo Stefano:
Una vita di lavoro, durante la quale conosce sfruttamento e poverta’. Poi la speranza di “trovare fortuna” dall’altra parte del mondo, in Australia. E proprio in una terra così lontana, finalmente, i sogni e i desideri di Antonio Sbirziola riusciranno a prendere forma. Lo racconta Sbirziola stesso nel libro Povero, onesto e gentiluomo (Il Mulino, 2012) che sarà presentato giovedì 18 aprile, alle ore 17:00, presso la Biblioteca Citta’ di Arezzo in un nuovo incontro del ciclo “La storia, le storie. Ritratti di persone del novecento”, promosso dall’Archivio Diaristico Nazionale e dalla Biblioteca, con il patrocinio del Comune di Arezzo. Il volume, edito nella collana Storie Italiane, sarà presentato da Natalia Cangi, direttrice organizzativa dell’Archivio di Pieve Santo Stefano.
Povero, onesto e gentiluomo propone parte delle memorie di Antonio Sbirziola conservate presso l’Archivio diaristico nazionale. Sbriziola a soli dodici anni, in un piccolo paese siciliano, lascia la scuola per contribuire al mantenimento della famiglia. Inizia troppo presto, in eta’ adolescenziale, la sua vita adulta fatta di povertà e sfruttamento: dall’apprendistato come barbiere al lavoro di saldatore, fino alle speranze trasformate in delusioni di un periodo trascorso a Genova, dove alterna lavori duri e saltuari tra edilizia e settore metalmeccanico. Nel 1961, le occupazioni precarie e i sacrifici costringono il ventenne Antonio a imbarcarsi verso l’Australia, in cerca di fortuna. E in Australia, la terra nuovissima, si apriranno per lui nuove prospettive.
Debutta il 19 aprile lo spettacolo Come branchi di zebre… Gli Internati Militari Italiani testimoni straordinari della Shoah presso l’Auditorium “Mario Del Mona-co” di Villorba (TV) alle 20:30. Lo spettacolo nasce dalla collaborazione tra Erika Lorenzon e Francesca Gallo, affermata cantante lirica e fisarmonicista trevigiana, e trae origine dalle ricerche condotte da Lorenzon per la sua tesi di dottorato in storia sociale europea presso la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano e dagli anni di collaborazione con l’Istresco di Treviso dedicati allo studio della memoria della Seconda guerra mondiale. Lo spettacolo ricostruisce la cattura, la deportazione, l’internamento e lo sfruttamento lavorativo di più di 600mila militari italiani che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 vennero catturati dagli ex alleati e richiusi nei lager del Reich rifiutando di collaborare con loro.
la locandina dello spettacolo
Saverio Tutino e il suo rapporto con la Valtiberina raccontati attraverso una serie di fotografie: sono gli scatti della mostra Il fruscio degli altri. Curata da Daniele Cinciripini l’esposizione sarà ospitata dal 20 aprile al 4 maggio ad Anghiari, presso lo showroom Busatti, in via Mazzini 14. L’inaugurazione è in programma per sabato 20 aprile, alle ore 18:00.
Il fruscio degli altri è un’idea dell’associazione Promemoria realizzata con l’Archivio diaristico nazionale grazie al contributo di Banca di Anghiari e Stia e Busatti, e con la collaborazione del Comune di Anghiari. La mostra è ospitata in uno dei luoghi cari a Tutino ed è stata fortemente voluta dalla città di Anghiari proprio nel periodo della Mostra dell’Artigianato, quando l’intera zona si riempie di turisti e aretini.
Ad Anghiari Tutino (che per dieci anni ha vissuto al Castello di Sorci e in seguito a Elci) aveva i suoi riti e i suoi punti di riferimento, come i negozi della cittadina. Tra questi c’era anche Busatti: conosceva bene il luogo, la famiglia e i prodotti che, durante le prime edizioni del Premio Pieve, aveva voluto destinare a ospiti e giurati. E proprio qui è allestita la mostra.
Le foto raccontano Saverio Tutino da diversi punti di vista: il lavoro (con scatti realizzati durante eventi e incontri pubblici), la vita privata (con immagini dell’infanzia, dei genitori e del periodo in cui è stato partigiano) e il rapporto con la Valtiberina, in particolare con Pieve Santo Stefano e Anghiari dove Tutino ha trascorso molti anni, fondando l’Archivio dei diari e la Libera Università dell’Autobiografia nel desiderio di creare in questo luogo, che gli era caro, la valle della memoria.
l’evento su Facebook
E’ con gioia che approfittiamo dell’occasione per annunciare che la Banca di Anghiari e Stia ha aderito alla richiesta di finanziare la prossima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino.
Un sostegno importante in tempi di crisi: non solo erogazione di denaro ma condivisione di un progetto culturale.
Davvero grazie!
Domenica 21 aprile la rubrica del TG1 Billy (in onda al termine del TG delle 13:30), dedicata ai libri e all’editoria, parlera’ dell’ultimo libro della collana Storie Italiane (Il Mulino) curata dall’Archivio dei diari. Si tratta di Parole Trasparenti, il volume che raccoglie l’intenso epistolario dei coniugi ebrei Ettore Finzi e Adelina Foa’, fuggiti in Palestina nel 1939 in seguito all’emanazione delle leggi razziali.
la scheda del volume
Dopo il successo del laboratorio fotografico condotto da Daniele Cinciripini, prosegue il corso Linguaggi della memoria organizzato dall’Associazione Promemoria con il contributo del Cesvot e il supporto di altre realtà aretine, l’Archivio diaristico, il Comune di Pieve Santo Stefano, l’Associazione MetaMultiMedia e il Dipartimento Scienze storico sociali, filosofiche e della formazione di Arezzo.
Prossimi appuntamenti: 20 aprile, con il laboratorio “Mi racconto con un video” a cura di Samuel Webster, cross media artist e dal 22 aprile al 31 maggio con la formazione a distanza “Social media e memoria” a cura di Alessia Clusini, social media strategist.